Accadde a Firenze, Florentia (quasi) Caput Mundi

Il rientro del Gran Barone (21 dicembre 1001)

Era il 21 dicembre del 1001 e una lunga fila di Cavalieri stava rientrando verso la città di Fiorenza. In mezzo a loro un cavaliere con una grande armatura.  Vestiva dei colori rossi e bianchi e sembrava immobile ondeggiando solo all’incedere del cavallo. Si chiamava Ugo, voleva molto bene alla sua gente di Firenze. Era tedesco e rivestiva la carica di Margravio di Toscana da oramai 30 anni. Era chiamato Ugo di Toscana

Il Gran “Barone” Ugo di Toscana

Ma facciamo un passo indietro . Ugo di Brandeburgo detto Ugo di Tuscia (o Toscana) fu uno dei personaggi più importanti della Firenze dell’alto Medioevo. Fu Ugo di Toscana che riportò la città di Firenze ad essere capoluogo della Tuscia . Nominò Firenze capitale di questo grande territorio così vasto e orograficamente diverso e per meglio occuparsi di ciò, trasferì la propria residenza da Lucca, città che fino a quel momento ricopriva detto ruolo, sulle sponde dell’Arno. Fu un grande personaggio. Regnò per circa 30 anni e fu considerato un uomo di alta considerazione e levatura.Il Marchese aveva una particolare predilezione per Firenze, tanto è vero che il Malespini ne parla così: “e a costui piacque la stanza di Toscana, e massimamente nella città di Fiorenza, fececi venire la moglie, e in essa fece suo dimoro”.

Ugo di Toscana e la sua corte-miniatura 

Ugo di Toscana è ricordato anche da Dante nel XVI° canto del Paradiso :

Ciascun che della bella insegna porta
del gran barone il cui nome e il cui pregio
la festa di Tommaso riconforta,
da esso ebbe milizia e privilegio.

Lo stemma di cui Dante parla , uno scudo rosso a tre pali d’argento (bianche), è lo stemma della casata del Barone che nei secoli è divenuto , con alcune variazioni ,lo stemma di molte casate fiorentine ed i suoi  colori sono stati ripresi anche nello stemma della città fiorentina.

Lo stemma del Barone è ben visibile sia all’interno che all’esterno della Badia fiorentina chiesa fondata nel  987, come monastero benedettino, da sua madre : Willa di Toscana.

Ma torniamo a quel 21 dicembre 1001: Ugo morì mentre si trovava nei pressi di Pistoia. I fiorentini che tenevano molto al Barone, affinché i pistoiesi non ne inumassero la salma in qualche chiesa, dissero loro che il Marchese ammalato intendeva tornare a Firenze. Si pose perciò il suo cadavere a cavallo sorretto da un servitore che, in arcione, lo sosteneva per le spalle. Così a cavallo e avanzato da araldi e seguito da gentiluomini il Marchese entro in Firenze, già morto, ma come vivo.

Venne accolto dai monaci della Badia che lo posero su un catafalco in mezzo alla loro chiesa,in stile romanico, con l’abside rivolto ad oriente. Dopo il funerale la salma del marchese più amato della Tuscia fu messo in una bara di ferro e inumata presso l’altar maggiore. 

Tanta fu la devozione e la riconoscenza del popolo fiorentino verso questo Barone che  circa quattro secoli dopo nel 1469   il grande Mino da Fiesole venne incaricato, dalla Signoria, di scolpire un nuovo monumento funebre per Ugo. La bella opera in marmo, sormontata da una Carità, fu ubicata sotto la cantoria sinistra della Badia fiorentina.E lì si trova ancor oggi.

La tomba di Ugo di Toscana ,  mirabile opera di Mino da Fiesole (1469)

E proprio qui nella chiesa della Badia, il 21 dicembre, festa dell’apostolo  San Tommaso, da oltre mille anni si celebra il funerale in suffragio del Gran Barone  Ugo, Marchese di Toscana…

Bibliografia

Alighieri D. La Divina Commedia

Malespini R. Istoria fiorentina

Bargellini P. La splendida storia di Firenze


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